Ciao sono Paolo Negri, nato a Sondrio, fra le montagne lombarde, nell'aprile di diciassette anni fa. Ho vissuto gran parte della mia vita in movimento fra la Valtellina, e in particolare Aprica, paese natale dei miei genitori, dove trascorro gran parte delle mie vacanze e dei miei weekend, e Osio Sotto, a una quindicina di chilometri da Bergamo; qui frequento la sezione EsaBac del liceo scientifico Filippo Lussana. Sono alto, molto alto. Ho gli occhi e i capelli castani e porto gli occhiali. In famiglia siamo in quattro e mio fratello minore ed io siamo inseparabili. Amo la scuola e mi piace imparare nuove cose, per soddisfare la mia inguaribile curiosità. Nonostante a volte possa essere testardo, ritengo che le mie qualità migliori siano l'altruismo e la sincerità.
I libri hanno da sempre fatto parte della mia quotidianità e, nonostante il sempre minore tempo libero a disposizione, cerco ogni giorno di prendermi anche solo qualche minuto per i libri; l'avventura è il genere che preferisco e il mio romanzo preferito non può che essere "Le sette montagne" di Paolo Cognetti. Per quanto riguarda invece i film, non li apprezzo affatto: preferisco uscire all'aria aperta o leggermi un bel romanzo che rimanere ore sul divano davanti a Netflix. Infine, la musica. Da questo punto di vista sento e so di allontanarmi molto dalla moda giovanile: detesto trap e rap e, spesso, mi chiedo come si faccia a definire cantanti molti dei personaggi tanto osannati dai ragazzi della mia età. Ascolto soprattutto musica d'autore italiana, in particolare quella dei grandi interpreti della nostra tradizione, come Dalla, De André, Venditti, Battiato o De Gregori.
Da buon valtellinese, in cima alla lista dei miei interessi non può che esserci la montagna, in tutte le sue forme e sfumature: amo sciare e fare escursioni. Insomma, amo la natura in tutte le sue sfaccettature. Per quanto riguarda gli sport, sono poi interessato in particolare a calcio e F1. Sono un grande tifoso dell'Inter e della Ferrari.
Credo che quando si sogni sia necessario farlo in grande. Proprio per questo ho deciso di non pormi limiti: il mio sogno è semplicemente quello di fare qualcosa per l'umanità, quello di essere utile, in qualsiasi modo, alla specie umana. Ritengo che, in questo modo, in futuro altre persone, ispirate dal mio esempio, possano fare lo stesso e contribuire allo sviluppo dell'uomo. Insomma, spero che il mio ricordo in futuro possa spingere sempre più persone a fare di tutto per prodigarsi per il bene dell'umanità.
Se osservo il mio futuro, tutto è coperto da una nebulosa indistinta: so di voler andare all'Università, ma ho idee molto vaghe riguardo la professione che intraprenderò. Fisico? Politico? Matematico? Giornalista? So che il tempo sta cominciando a stringere e che fra poco dovrò compiere la mia scelta, ma al momento sono ancora molto indeciso.
Frequentando il liceo scientifico, ho un'evidente predilezione per le materie scientifiche, in particolare matematica e scienze. Faccio inoltre parte di una classe EsaBac e, dunque, studio anche francese. Amo inoltre la letteratura, e in particolare la poesia italiana.
Ho sempre amato scrivere, fin dalla scuola elementare. Da una parte, ho scritto per ragioni scolastiche, apprezzando la varietà di stimoli che i miei insegnanti di italiano hanno sempre saputo fornirmi negli anni, mentre dall’altra, soprattutto nell’ultimo periodo, ho iniziato a scrivere puramente per me, gettando sul foglio qualche verso che possa ben rappresentare idee che ho e sentimenti che provo, in particolare nei momenti in cui “son d’umore nero“, come cantava Guccini.
Venuto a conoscenza delle Olimpiadi di Italiano l’anno scorso grazie alla mia prof di italiano e qualificatomi alla scorsa finale, ho deciso di partecipare anche a questa edizione dei Campionati con la volontà di migliorare il mio risultato precedente. Conoscendo già il genere di prove che avrei affrontato, non ho effettuato alcuna preparazione specifica per le varie fasi della gara.